Alla SE di Ancarano si è parlato di pesca

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Con il ritorno sui banchi di scuola sono stati ripresi anche i workshop intitolati Fare il pescatore è la mia professione. Questa volta, il gruppo di ricercatori, guidato dalla prof.ssa Lucija Čok e accompagnato dal pescatore Arturo Steffé – chiamato Turi – ha visitato la SE di Ancarano.

Un gruppo di 58 ragazzi composto da alunni della SE di Ancarano e di Crevatini ha atteso con curiosità questo workshop. Già dopo la parte introduttiva del workshop e alle tante domande che sono nate si è visto che il workshop sarebbe stata un’esperienza vivace e piena di nuove conoscenze. Con le loro domande i ragazzi hanno infatti dimostrato di esser davvero interessati alla tematica e di voler scoprire di più.

Dopo la parte teorica del workshop, dove si è parlato della Slovenia come paese marittimo, dell’aspetto della città di Capodistria nel passato e di alcune vecchie espressioni legate alla pesca e alla vita a contatto con il mare, è seguita la parte principale del workshop, ovvero la presentazione del pescatore Turi. La parte introduttiva è stata presentata da Lucija Čok, responsabile del progetto, la quale era accompagnata dalle ricercatrici Tina Čok, Urška Bratož, Irina Moira Cavaion e Anna Maria Grego. Il pescatore Arturo Steffé (per gli amici Turi) ha presentato il proprio mestiere con delle fotografie e raccontando i tanti aneddoti legati alle sue molteplici esperienze con il mare.

Ascoltando il pescatore Arturo Steffé, gli alunni hanno potuto scoprire dell'unico pesce spada catturato in acque slovene, quali barche da pesca venivano utilizzate nel passato e come si preparano le migliori sardine.

L'amore per la pesca tramandato da generazione in generazione

Le vecchie fotografie di Arturo Steffé che rievocano il passato hanno senz'altro potuto confermare la sua affermazione di “esser nato in barca”. Dando ascolto ai racconti di Arturo Steffé e guardando le sue foto di famiglia, i ragazzi hanno avuto modo di rendersi conto quanto il mestiere del pescatore sia in realtà interessante e pieno di avventure.

Il nonno di Arturo, Azeo (così lo chiamavano gli amici), e sua nonna sfamavano la loro famiglia, composta da quattro bambini, proprio grazie alla pesca. Se oggi l'espressione “pescatrice” ci sembra alquanto bizzarra, pensate a quei tempi – si tratta proprio di un'eccezione, in quanto ancora oggi è raro vedere una donna che si occupi di pesca. Ma la nonna di Arturo era proprio questo – una pescatrice che assieme suo marito si occupava di pesca: infatti, i due sono riusciti a mantenere la loro famiglia proprio grazie al guadagno ricavato dal pescato. Nel tardo pomeriggio e di notte pescavano, al mattino invece vendevano il pesce in pescheria. Questa era la realtà nella quale vivevano i nonni di Arturo Steffé, i quali hanno trasmesso questa passione per il mare anche al loro figlio Domenico – il papà di Arturo.

Quest'ultimo assieme nipote, uno dei figli di Arturo Steffé, ha aspettato e accolto a braccia aperte il gruppo di alunni delle due scuole. Dopo aver assaggiato una squisita merenda a base di baccalà, sardine impanate e filetti sottolio che anche questa volta è stata preparata dalla Trattoria Bujol di Isola, gli alunni hanno assistito ad una dimostrazione che riguardava il lancio delle reti in mare. Purtroppo, a causa del tempo autunnale piuttosto instabile, il quale può venir ben percepito anche dai pesci, non si è pescato niente. Comunque sia, sembrerebbe che i ragazzi si siano divertiti molto e senza dubbio custodiranno questo prezioso ricordo nei loro cuori per sempre.

Il progetto Racconti sulla pesca dell’Istria slovena nel tempo è finanziato dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Il consorzio è responsabile per i contenuti del progetto. L'autorità di gestione responsabile per l'attuazione del programma operativo FEAMP nella Repubblica di Slovenia 2014-2020 è il Ministero dell'Agricoltura, delle Foreste e dell'Alimentazione.

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